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Christoph Eschenbach a Houston

in onda martedì 27 ottobre alle ore 17,00

Christoph Eschenbach a HoustonLa cosa migliore è farsela raccontare da lui stesso: la sua biografia compare nel sito di Cristoph Eschenbach insieme alle foto dell'album di famiglia, attentamente divisa in periodi, ad iniziare dal quel 1940 in cui il futuro direttore nasce nella cittadina, ora tedesca ma allora polacca, di Breslau.

Persi i genitori da piccolissimo, allevato da una cugina materna che fino a notte alta suona il pianoforte, il piccolo Christoph - che per i traumi subiti ha difficoltà nel linguaggio - parlerà nuovamente solo a cinque anni quando, alla domanda se voglia studiare musica, risponderà decisamente di sì; "Quello che normalmente in un bambino si considera solo un interesse divenne per me un'ossessione, e nel mio risvegliato amore per la vita la musica divenne la mia raison d'etre. Mi sentivo come salvato, rinato... La mia vita ritrovò un significato ed io mi sentii me stesso".

A casa Eschenbach la musica si praticava regolarmente, suonando musica da camera tre volte a settimana con parenti e amici, e Christoph si inserisce nei piccoli ensemble suonando il pianoforte, il violino e la viola (gli dava un gran gusto eseguire le parti interne, seguendo una delle fondamentali "Regole di vita musicale" lasciateci da Schumann: "Mi piaceva stare nel mezzo del quartetto d'archi, proprio al centro della musica!").

A undici anni Eschenbach è affascinato dall'incontro con Furtwängler, che vede dirigere la Filarmonica di Berlino, e decide che la sua strada è quella della direzione; trasferitosi in Germania, ad Aachen, Eschenbach incontra Wolfgang Sawallisch e non si perde nessuno dei suoi concerti nella città tedesca; ad Amburgo conclude gli studi superiori in pianoforte, violino e direzione, e si dedica alla letteratura, alla filosofia e alla poesia, leggendo i classici e scrivendo poesie egli stesso.

La sua carriera di musicista è però ancora legata al pianoforte: a 24 anni la prima incisione mozartiana per la Deutsche Grammophon, nel 1965 il premio nella competizione internazionale dedicata a Clara Haskil, poi l'anno dopo il concerto con i Berliner Philharmoniker ed Herbert von Karajan, con il quale Eschenbach avrà un rapporto assai profondo e duraturo.

Conosciuto il grande George Szell, Eschenbach lo seguirà in America come pianista imparando però moltissimo anche nella composizione; è interessante il modo differente in cui i due grandi maestri incidono nella personalità del giovane musicista: "Ho imparato da Szell fraseggio, lucidità, trasparenza. Karajan mi ha insegnato il colore, le sfumature, i cambi di atmosfera. Szell disegnava, mentre Karajan dipingeva".

Nel 1972 il sogno di Christoph si realizza: ecco il debutto come direttore, ad Amburgo, con la Terza Sinfonia di Bruckner; nel 1978 è nominato Direttore dell'Orchestra Sinfonica della tedesca Ludwigshafen; sarà poi ospite della London Philharmonic e della Tonhalle di Zurigo; nel 1988 Eschenbach approda in Texas a capo della Houston Symphony Orchestra: vi rimarrà per undici anni, ed è proprio a capo della compagine americana che lo incontriamo nella trasmissione di oggi.

Ciò che negli auspici di Karajan era la "cosa giusta" per Eschenbach, cioè la possibilità di una creazione stabile, mattone dopo mattone come una grande costruzione, fu possibile con l'orchestra di Houston; l'orchestra esisteva ed era ad un buon livello, ma Eschenbach le diede il suo imprinting nello stile e nella creazione del repertorio; dal 1990 il direttore ogni anno commissionerà almeno due lavori per la sua orchestra e presenterà una nuova produzione per il Houston Grand Opera Studio, oltre a creare il gruppo Houston Symphony Chamber Players (gruppo cameristico interno all'Orchestra).

I brani in programma sono tra i più noti del repertorio sinfonico tardoromantico: l'"Ouverture tragica" di Brahms, la Sinfonia "Dal nuovo mondo" di Dvorak e l'Ouverture "Francesca da Rimini" di Ciaikovsky.

Cristoph Eschenbach

Houston Symphony Orchestra
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