Per la prima volta nella storia dei
concerti di Capodanno dei
Wiener Philharmoniker, il 1° gennaio del 2008 è salito sul podio un direttore d'orchestra francese:
Georges Prêtre.
«È magnifico, ed è un fatto normale allo stesso tempo. Perché dirigo i Wiener Philharmoniker da 41 anni e con l' altra orchestra viennese, i Wiener Symphoniker, sono stato "fidanzato" sei anni come direttore principale, proponendo molta musica della famiglia Strauss. Lo dico perché passo per essere il direttore della Carmen e degli autori francesi, invece incontro più spesso il repertorio tedesco».
A 83 anni Prêtre ha ricoperto il ruolo che, prima di lui è stato affidato a direttori dl calibro di Maazel, Von Karajan, Abbado, Metha, Kleiber, Harnoncourt e Muti. Nel tradizionale concerto della Filarmonica di Vienna, che si tiene dal 1939 nella scintillante e sontuosa Sala Dorata del
Musikverein e che ha un pubblico stimato in un miliardo di telespettatori, il maestro francese ha presentato un programma basato sui celebri valzer e polke degli
Johann e di
Joseph Strass oltre a un "galoppo" di
Joseph Hellmesberger jr e un valzer di
Joseph Lanner.
Prima della tradizionale conclusione con la
Marcia di Radetzky, come di consueto le celebri note del valzer
Sul bel Danubio blu, senza le quali per molti non sarebbe un vero Capodanno.
In realtà, quello eseguito la mattina del 1° gennaio, è solo l'ultimo di tre concerti, uguali per programma, esecutori e luogo. Il primo, viene eseguito la mattina del 30 dicembre, ed è riservato alle forze armate austriache, mentre il secondo viene eseguito nel tardo pomeriggio del 31 dicembre, e prende il nome di Silvesterkonzert (Concerto di San Silvestro).
Il fil rouge del programma diretto da Prêtre (ovviamente, sottolinea il maestro,
"stabilito dagli stessi Wiener" ) è rappresentato da diversi pezzi con diretti rimandi alla Francia. A cominciare dall' apertura, la
Napoleon-Marsch, op. 156 di
Johann Strauss II per passare al
Paris Walzer op. 107 e al
Versailler Galopp op. 101 di
Johann Strauss I, fino alla
"Polka française" op. 271 di Johann Strauss II.
A proposito del brano di apertura, prima dell'esecuzione Prêtre ha osservato:
"Quella marcia non si suona spesso, sono contento di interpretarla, non c' entrano questioni politiche. Il concerto di Capodanno è una festa, un brindisi, un inno alla fratellanza universale."
Interrogato sul rimando francese del programma, ha poi preso le distanze da ogni possibile interpretazione in chiave nazionalistica della sua interpretazione:
"I paragoni non mi interessano. Non saranno valzer "alla" francese. Quando dirigo sono un musicista. E nei prossimi giorni il mio passaporto è viennese."
Certo l'arte del rubato, per cui Prêtre è celebre, ben si può esercitare ed esprimere sulle languide e melanconiche melodie dei valzer viennesi.
"Prêtre affronta il limitato intrico delle partiture predilette" , ha scritto Michelangelo Zurletti,
"con una flessibilità veramente apprezzabile... Ogni battuta ha un suo tempo, il gesto è sempre sottratto alla scansione metronomica cara ad altri direttori."
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