Teatro San Carlo di Napoli – Jeffrey Tate: Beethoven Sinfonia n. 7 op. 92

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    Teatro di San Carlo, Napoli
    Orchestra del Teatro di San Carlo

     

    Jeffrey Tate direttore

     

    Ludwig van Beethoven
    [1770-1827]
    Sinfonia n. 7 in La maggiore
    op. 92
    Anno di composizione: 1811
    Poco sostenuto - Vivace
    Allegretto
    Presto
    Allegro con brio

     

    Guida all’ascolto
    LUCA DELLA LIBERA
    Tratto dal libretto di sala dell’Orchestra del Teatro di San Carlo

    La prima esecuzione della Settima Sinfonia in La maggiore di Beethoven, avvenuta a Vienna l’8 dicembre 1813 in un concerto a favore dei soldati feriti nella battaglia di Danau nell’ottobre precedente, fu un trionfo, al punto che il celeberrimo Allegretto dovette essere ripetuto. Composta ben sei anni dopo la Pastorale, la Settima sintetizza felicemente un periodo nel quale il compositore torna a valorizzare elementi squisitamente costruttivi quali la polifonia e l’elaborazione tematica, attenuando progressivamente le domande “contenutistiche” e i violenti contrasti dialettici di alcuni lavori precedenti. Giovanni Carli Ballola ha efficacemente definito la Settima come «il coronamento di questa gioiosa “libertà” creativa, acquistata attraverso il superamento della fase cruciale dell’individualismo eroico e dell’urgenza contenutistica».

    La Sinfonia si apre con un lento introduttivo (l’indicazione è Poco sostenuto) che ha dimensioni molto maggiori di movimenti analoghi (nella Prima, Seconda e Quarta Sinfonia) ed è basato sul contrasto tra i blocchi accordali dei legni e le lunghe ondate orizzontali degli archi in un progressivo accumulo di tensione che sfocia nel Vivace, definito giustamente «il movimento sinfonico più impetuoso e fantastico della storia della musica». La semplice cellula ritmico-melodica del tema, caratterizzata da un’atmosfera che ricorda la Pastorale, è sottoposta a una stupefacente serie di elaborazioni, nella quale si respira dolcezza, irruenza e fede nella vita. Segue il misterioso e celeberrimo Allegretto, basato sull’elementare disegno ritmico dattilo-spondeo, immerso in un clima onirico. La tonalità di Fa maggiore del Presto seguente stabilisce una connessione con le atmosfere della Pastorale, e rappresenta solo uno dei tanti elementi originali di questo movimento, che ha una sua precisa individualità, ottenuta con scelte tonali, timbriche e melodiche del tutto al di fuori dalla tradizione degli Scherzi precedenti. Un duplice e perentorio accordo degli archi apre l’Allegro con brio conclusivo, caratterizzato come il primo movimento da una straordinaria vitalità ritmica del materiale tematico in continua e quasi parossistica interazione con l’elaborazione polifonica.

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