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Note di regia

Siamo al quinto capitolo di questa serie che ha raccontato tanti elementi, contraddizioni, scandali di questa nostra Italia. E anche questa volta non vogliamo sottrarci a questa che in qualche modo è una caratteristica di Un Caso di Coscienza: la conflittualità tra bene e male, la lotta di Rocco Tasca e dei suoi collaboratori (Alice Morandi, Virgilio) per difendere persone, esseri umani, deboli, offesi da entità economiche, finanziarie o criminali che rischiano di distruggerle.

E intanto la tecnica si è evoluta, le macchine da presa, le telecamere, si sono fatte più leggere, maneggevoli, gli strumenti di montaggio più raffinati.

Questo ha consentito di stare addosso ai personaggi, alle loro azioni, ai diversi tentativi, con più precisione. Di vivere a tratti insieme a loro la frenesia da cui sono percorsi, l’energia che li contraddistingue o che a volte li terrorizza.

Dall’altra parte Trieste e un po’ tutto il Friuli-Venezia Giulia: il suo mare e le sue montagne, la città (italianissima e al contempo mitteleuropea, terra di confine tra diverse culture, che anche visivamente si affiancano). Una città, una regione che si prestano, nei passaggi da notte a giorno, nelle albe e nei tramonti, nei cieli a volte percorsi dalla bora, a improvvise accelerazioni, che rendono più dinamica l’azione, o a pause di riflessione che esaltano le emozioni.

La mia regia è stata proprio caratterizzata dal tentativo di dare voce a tutto questo. Come pure rendermi attraverso il mio sguardo, la mia attenzione, spettatore (in nome di tutto il pubblico) delle emozioni che passavano nella recitazione degli attori: i protagonisti, ma non solo, tanti ruoli che offrono un ventaglio così esteso del nostro “presente”.

Luigi Perelli

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