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Dalla Pop Art alla Rock Art

Recensione - Le novità editoriali

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Fino al 7 agosto è possibile visitare al Centro d’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato una Mostra curata da Luca Beatrice e Marco Bazzini ed intitolata “Live! L’arte incontra il rock” (per saperne di più: www.centropecci.it). Accompagnata da un libro/catalogo edito da Rizzoli, l’esposizione illustra le numerose combinazioni tra le due forme di creatività. Se poi aveste modo di andare fino a New York, allora sappiate che al Museum of Art and Design di New York (www.madmuseum.org) fino al 15 luglio è aperta l’antologica “David Bowie, artist”, che documenta la multiforme attività della rockstar inglese tra musica, cinema ed arte.

Insomma ce ne abbastanza per confermare la saldatura tra arte e cultura popolare, così come l’aveva teorizzata e realizzata Andy Warhol nei formidabili anni Sessanta; dipingendo, fotografando, scrivendo, realizzando film, producendo i leggendari dischi dei Velvet Undergound, ed ora finendo dentro persino i temi della maturità scolastica! E se non bastasse ecco tre libri che ci ricordano come il nostro orizzonte di senso, sollecitato da tutti questi intrecci, sia ormai ampiamente cambiato.

Per esempio il celebre filosofo e critico d’arte americano Arthur C. Danto in “Oltre il Brillo Box”, edito da Marinotti, rimarca attraverso una notevole chiarezza espositiva la complessa relazione tra interpretazione, storia, teoria e pratica dell’arte. Prende le distanze dal paradigma tradizionale delle arti visive e nello stesso tempo ci proietta nell’attualità delle opere d’arte inseparabili dagli oggetti ordinari. E’ il mondo in cui viviamo, ci rammenta Danto; un mondo costantemente rivolto alla ricerca, tra una tendenza e l’altra, di una risposta esaustiva alla domanda che cos’è l’arte?

E che il mondo sia cambiato, sia quello della vita ordinaria e sia quello dei così detti massimi sistemi, lo dimostra la lettura de “La storia culturale nell’età globale”, pubblicato da Ets e scritto dalla studiosa Lynn Hunt. La tesi di fondo è affascinante. Nel corso del tempo tutte le culture hanno elaborato delle spiegazioni sulle proprie origini. Di fatto era impossibile prescindere dall’idea che la storia, per sviluppare le proprie svolte epocali,  avesse un fine: come la libertà, il progresso, la modernità e in tempi più recenti la globalizzazione. L’autrice si domanda se oggi gli esperti siano in grado di avanzare nuovi interrogativi, sulla base di una conoscenza storica più ampia rispetto a quella in possesso dei loro predecessori, e nello stesso tempo prova ad individuare quali siano le necessità più urgenti per la ricerca.

Un giro di boa importante, pure per la critica d’arte, rimane la cultura pop e l’impatto che essa ha avuto a partire dagli anni Sessanta. Fa ulteriore luce sull’argomento, apportando nuovi elementi di riflessione, il saggio “L’estetica del pop” di Andrea Mecacci, per i tipi di Donzelli. L’autore si interroga sulle origini del fenomeno e sul perché abbia avuto così tanto successo. Ricordandoci come al di là della moda, che se ne è impossessata durante gli anni fino ad inflazionarne il valore, il pop indichi una determinata sensibilità artistica, riportando così l’analisi sul piano della cultura e della storia.


A cura di Vittorio Castelnuovo
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