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Archivio RAI: la Quinta Sinfonia di Sergei Prokofiev

in onda lunedì 8 ottobre alle ore 20

Archivio RAI: la Quinta Sinfonia di Sergei ProkofievAllievo - come Stravinsky - di Nikolai Rimsky-Korsakov, Sergei Prokofiev vive appieno le contraddizioni dell'inizio del XX secolo, un periodo in cui le molteplici spinte innovative si scontrano con posizioni e reazioni radicalmente opposte, sia nel campo della musica che nella cultura in generale.

Tutta la produzione di Prokofiev sarà sotto il segno di questa dicotomia; sviluppati alcuni tratti fondamentali della propria personalità musicale (disinvolta ironia, grande senso ritmico, gusto per le giustapposizioni armoniche) Prokofiev coltiva nel contempo una tendenza alla ricerca formale che sarà influenzata anche da elementi extra-musicali.

Tra le sette sinfonie composte da Sergei Prokofiev la Quinta è, insieme alla Prima Sinfonia, quella maggiormente popolare; Prokofiev stesso illustra assai chiaramente per ambedue le composizioni i suoi intenti programmatici, che può essere interessante conoscere.

Ecco le annotazioni programmatiche dello stesso Prokofiev sulla Prima Sinfonia, detta "Classica" (scritta tra il 1916 e il 1917): "Il materiale tematico composto senza un pianoforte è spesso migliore. Mi sono divertito all'idea di scrivere una intera sinfonia senza il pianoforte. Credevo che l'orchestra avrebbe avuto un suono più naturale... Ecco come è nato il progetto di una sinfonia nello stile di Haydn".

Questa Prima Sinfonia, eclettica e spavalda nel conquistarsi un proprio spazio espressivo pur dichiaratamente riferito alla tradizione, (siamo a due anni dalle formulazioni neoclassiche del "Pulcinella" di Stravinsky) ebbe un esito trionfale.

Allo stesso modo positivamente accolta ma assai lontana nel tempo è la Quinta Sinfonia, composta nel 1944 (a ben 14 anni dalla Quarta del 1930), lavoro che ben si inserisce, oltre che nei travagli compositivi del musicista russo, nel clima drammatico di quel periodo; rientrato da poco in Russia dopo aver respirato in tutta Europa i fermenti di un nuovo e poliedrico clima culturale, Prokofiev così descrive la sua ispirazione: "Nella Quinta Sinfonia ho voluto cantare l'uomo libero e felice, la sua forza, la sua generosità e la purezza della sua anima".

All'ambizioso progetto di questa composizione, dedicata all'uomo nella sua intima essenza e dignità, seguirà in realtà una realizzazione in cui la retorica si mescola pericolosamente con l'ispirazione più vera: la brillante inventiva viene talvolta inquinata dalla magniloquenza, la più originale vena burlesca si alterna a momenti di eccessiva pomposità.

Il giudizio della critica verso la Quinta Sinfonia non è unanime: da una parte essa è considerata il massimo risultato raggiunto da Prokofiev come orchestratore, mentre dall'altra l'opera è vista come l'inizio dell'abbandono del musicista della propria autonomia compositiva in ottemperanza alle critiche e richieste del regime, culminato poi nell'umiliante autocritica che Prokofiev si vide costretto a pubblicare nel 1948.

Della Quinta Sinfonia di Prokofiev oggi proponiamo una registrazione del 1977; l'esecuzione è affidata all'Orchestra Sinfonica di Roma della RAI diretta da Gaetano Delogu, allievo del grande Franco Ferrara.

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