Fuori orario

Dal 17 al 23 marzo 2019

In onda dal 17 al 23 marzo 2019

Domenica    17       marzo    2019                          RAI3                 dalle  02.45 alle   06.00   (195’)

Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto

 

presenta

 

 

 

RAGAZZI DAI CAPELLI VERDI

(7) 

 

a cura di Simona Fina

 

 

 

PADRE PADRONE

(Id., Italia, 1977, col., dur., 108’16”)

Regia: Vittorio Taviani, Paolo Taviani

Con: Saverio Marconi, Omero Antonutti, Marcella Michelangeli, Fabrizio Forte, Nanni Moretti, Stanko Molnar, Marino Cenna

Soggetto: Gavino Ledda

Sceneggiatura: Vittorio Taviani, Paolo Taviani

Fotografia: Mario Masini

Musiche: Egisto Macchi

Montaggio: Roberto Perpignani

La Palma d'oro al Festival di Cannes del 1977 (la giuria era presieduta da Roberto Rossellini) e

l'Orso d'oro a Berlino significò la consacrazione internazionale dei fratelli Taviani e dell'attore Omero Antonutti. Il film riscosse un successo internazionale, dagli Stati Uniti al Giappone.

“In un certo senso l'autobiografia di Ledda era la nostra. E di fatto nel libro compaiono molti degli argomenti presenti nella nostra filmografia: Il rapporto tra un uomo solo e gli altri, fra l'individuo e la natura, la comunicazione come un mezzo di contatto con gli altri, ma anche come mezzo per conoscere sé stessi” (Fratelli Taviani).

A sei anni Gavino deve abbandonare la scuola, che frequenta da pochi giorni, perchè il padre, Efisio, ha bisogno di lui: deve guardargli le pecore e contribuire così al sostentamento della famiglia. A vent'anni, egli sa tutto della vita sui pascoli e tra i monti, di boschi e di bestiame, ma è un analfabeta e sa parlare solo in dialetto. La vista di due ragazzi forniti di fisarmonica lo scuote dal suo torpore: per procurarsene una, uccide un paio di agnelli. E' il primo atto di ribellione contro il padre, che però continua a dettar legge. Quando, infatti, dopo che una gelata ha distrutto il loro uliveto, Gavino decide di emigrare in Germania, Efisio gli nega il suo consenso. Il giovane parte per il servizio militare: è la sua grande occasione di riscatto e non se la lascia sfuggire. Con l'affettuoso aiuto dei compagni impara a leggere a scrivere, poi rinnova la ferma finché, ottenuta la licenza liceale, torna a casa. Non smette di studiare, però, e poiché Efisio vorrebbe, invece, rimandarlo sui campi, Gavino ha con lui un drammatico scontro addirittura fisico. Lo vince, ma deve comunque andar via di casa: non per obbedienza, ma per se stesso. Si laureerà con una tesi sui dialetti sardi, scriverà libri, diventerà "contrattista" all'Università di Sassari.

 

[...] Nel film c'è una Sardegna che non è tutta la Sardegna, ma qualcosa di parziale e, al tempo stesso, di ben più generale: la punta di un iceberg che si estende a tutta la società italiana e, più ancora, all'intero contesto della "civiltà industriale". Ed a manifestarne la presenza è appunto il "silenzio forte" di Baddevrustana, in tutta la contraddittorietà delle sue matrici e delle sue incidenze, del suo inerte mutismo e della sua potenziale musicalità.

 

[…] Il film è ben lontano dal vagheggiare un mondo agro-pastorale arcadico, intatto, su cui costruire l'impossibile ritorno ad un mitico "stato di natura", aggiornando il vecchio Rousseau con le fumisterie dell'ecologia ideologizzata. l patriarchi sono lì a testimoniare della dimensione totalizzante dell'universo capitalistico, legati anima e corpo alla proprietà, senz'altra prospettiva che quella di aver qualcuno da sfruttare (la moglie e i figli, in mancanza di servi) per illudersi di non essere sfruttati e di fare un lavoro massacrante, sì, ma "indipendente”. (Sandro Zambetti, Padre padrone, Cineforum, n. 172, maggio-giugno 1977).

 

 

Venerdì   22     marzo    2019                          RAI3                 dalle  01.56  alle   06.00   (244’)

Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto

 

presenta

 

 

UN OCCHIO APERTO SULLA VITA

IL CINEMA DI LUIGI COMENCINI

 (7) 

a cura di Fulvio Baglivi

 

INFANZIA, VOCAZIONE E PRIME ESPERIENZE DI GIACOMO CASANOVA, VENEZIANO               

(Italia, 1969, colore) FILM

Di Luigi Comencini

Con: Leonard Whiting, Maria Grazia Buccella, Lionel Stander, Raoul Grassilli

Figlio di attori, il piccolo Giacomo Casanova, rimasto orfano di padre, viene affidato dalla madre, ansiosa di liberarsi di lui, alla protezione di un nobile tanto avaro, quanto pieno di sé. Mandato a studiare a Padova, Giacomo ben presto si riduce pelle e ossa. Per sua fortuna viene preso a ben volere da don Gozzi che lo prende in casa con sé e che lo avvia agli studi ecclesiastici. Tornato nella città di Venezia, in veste da abate si dà alla predicazione. Un giorno, in mezzo ai soldi delle questue trova dei bigliettini amorosi.

 

 

I BAMBINI E NOI (prima puntata: LA FATICA) 

(Italia, 1970, b/n)

Di Luigi Comencini

La prima puntata dell'inchiesta di Luigi Comencini è ambientata a Napoli, i cui bambini, privati del verde dei parchi preesistenti, sono costretti ad accontentarsi dei balconi, come se il bambino fosse un fenomeno non previsto. Comencini si addentra dapprima in una fabbrica di vetro piena in cui gli unici i lavoratori adulti rispetto ai bambini sono in rapporto 1 a 7, dopodiché si sposta in una zona dedicata alla produzione di scarpe e pelletteria, poi ancora nelle abitazioni, nelle strade, nei cortili, per raccontare dei bambini napoletani e delle loro vite da adulti.

 

 

 

 

 

Sabato     23     marzo    2019                          RAI3                 dalle  01.45  alle   06.00   (255’)

Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto

 

presenta

 

 

UN OCCHIO APERTO SULLA VITA

IL CINEMA DI LUIGI COMENCINI

 (8) 

a cura di Fulvio Baglivi

 

I BAMBINI E NOI

(puntata 2 EDUCATI E GENTILI, puntata 3 TANTE CASE, puntata 4 LA BICICLETTA, puntata 5 PAPA' LAVORA) 

(Italia, 1970, b/n)

Regia: Luigi Comencini

 

2: EDUCATI E GENTILI

Luigi Comencini si sposta a Milano, partendo dalla scuola elementare statale di Via della Spiga, di cui il regista intervista il Preside: la scuola è frequentata prevalentemente dai ragazzi della zona della Spiga, un quartiere residenziale di Milano. Si tratta dunque di un ambiente composto per lo più da ragazzi figli di genitori abbienti, coi quali convivono pochissimi bambini di provenienza più umile. Gli alunni della scuola sono estremamente competitivi e desiderosi di primeggiare. Comencini domanda al direttore: Lei pensa che i genitori di questi bambini manderebbero i loro figli alla scuola pubblica anche se fosse frequentata da altre classi sociali, come ad esempio immigrati e figli di operai?

 

3: TANTE CASE

La terza puntata del documentario parte da alcune case isolate in Umbria, in cui i bambini per arrivare a scuola devono attraversare boschi e dirupi fino ad arrivare alla frazione di Corposano. In totale, gli alunni della scuola sono 7, considerate tutte le varie classi. I bambini campagnoli, taciturni, abituati al silenzio delle loro valli, non hanno mai visto un telefono e guardano con terrore l’ambiente misterioso e caotico chiamato città. Comencini ci porta quindi a Roma, nel quartiere di Primavalle, dove invece i bambini hanno ben poco spazio per giocare e non hanno mai visto neanche un nido.

 

4: LA BICICLETTA

Luigi Comencini ci porta a conoscere i bambini del quartiere di Prima Porta, a Roma, per scoprire le problematiche scolastiche e sociali che devono affrontare. La borgata si è molto allargata e ha accolto persone provenienti da molte parti d’Italia, col risultato che le scuole sono sovraffollate. Accanto alle classi ordinarie vi sono delle classi differenziali, che accolgono ragazzi con problemi cognitivi e comportamentali: ma queste classi riescono davvero nell'intento del recupero e della risoluzione dei problemi dei ragazzi?

 

5: PAPA' LAVORA

Nel comune di Monte Sant’Angelo, in provincia di Foggia, quasi tutti i papà dei bambini lavorano lontano, spesso in Germania, in alcuni casi da ancor prima che i figli nascessero. Nell’inchiesta di Comencini emerge la crisi del ruolo del padre nella famiglia italiana del secondo dopoguerra: nelle famiglie borghesi per ragioni di incomprensioni e distanze generazionali, in quelle operaie per via della lontananza dei padri dovuta alla distanza fisica vera e propria o alla stanchezza del lavoro.

 

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