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Di Fernanda Pivano

Editore Bompiani

Questa seconda raccolta copre la parte conclusiva (dal 1974 al 2009) della lunga ed avventurosa esistenza di Fernanda Pivano, la più nota americanista del nostro paese scomparsa poco tempo fa. La lettura è altrettanto appassionante – perché la passione, pure nella scrittura, alla Pivano non è mai mancata – ma indubbiamente rispetto al primo volume, cambiando le epoche ed i personaggi, si perde qualcosa. Ma non è un difetto dell’autrice, che al contrario registra fedelmente ogni cambiamento culturale, quanto della fine di un’epoca; quella degli anni Cinquanta e Sessanta, con le utopie e le speranze di rinnovamento che l’hanno accompagnata, e quella degli anni Settanta e Ottanta, condannata invece da una deriva che ha investito pure il panorama cuturale. Una deriva contro la quale la Pivano, con gli strumenti a propria disposizione, si è battuta instancabilmenete. Ed è questa una delle testimonianze più preziose del suo operato. Speriamo piuttosto comincino a ristampare i libri che ha scritto, pure stimolata dai suoi straordinari incontri, in quella lontana stagione. E che non hanno perso la loro attualità.

A cura di Vittorio Castelnuovo