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L'invasione dei piranha

A colloquio con Alexandre Aja

Sull’onda del successo del film Lo squalo, nel 1978 fece la sua comparsa sul grande schermo un’altra temibile minaccia acquatica che non ha nulla da invidiare alla spietata macchina carnivora di Spielberg. Al posto di un’unica, gigantesca minaccia, centinaia di predatori letali e voraci. Con il film Piraña, il regista Joe Dante, il produttore esecutivo Roger Corman e lo sceneggiatore John Sayles riuscirono a rendere ancora più appassionante e “mordente” la formula dello Squalo.

Da quel film sono stati tratti un sequel cinematografico (Piraña paura di James Cameron) e un remake televisivo. Ma nessuno dei due ha raggiunto i vertici di tensione e paura esplorati trent’anni dopo dal regista Alexandre Aja in Piranha 3D. Aja, autore di grandi successi horror come Alta tensione (2003) e Le colline hanno gli occhi (2006), ha dichiarato che Piranha 3D è “un ritorno agli anni 80, a quella sensazione di piacere un po’ perverso che provavi guardando da piccolo certi film. Film che ti spaventavano e divertivano insieme, pieni di nudi e di sangue: un’esperienza elettrizzante, di puro intrattenimento”.

Quando gli è stata proposta per la prima volta la sceneggiatura di Pete Goldfinger e Josh Stolberg, Aja era impegnato. Ma qualche anno dopo non se lo è fatto scappare. “Era esattamente quello che avevo in mente”, commenta il regista: “Mi piaceva l’idea di riprendere il tema dei vacanzieri sotto attacco. Volevo aumentare la quantità di paura, sangue e azione, sviluppare i personaggi, amplificare gli effetti del film. Fare le cose in grande, insomma. E Dimension Films e Bob Weinstein me l’hanno permesso”.
“È un grande spettacolo”, aggiunge. “Quando arrivano i piranha e cominciano ad attaccare i bagnanti, la follia vacanziera si trasforma in un colossale incubo da disaster movie. In quel momento, sai che avrai una gran paura e ti divertirai un sacco”. Se dopo aver visto il suo film ci penseremo due volte prima di entrare in acqua, Aja avrà raggiunto il suo scopo. “Quando fai un film horror, pensi sempre al tipo di paura che stai esplorando”, spiega il regista. “Mentre giravo Riflessi di paura speravo di provocare un piccolo trauma negli spettatori, e che tornando a casa avrebbero avuto un po’ di timore nel guardarsi allo specchio. E credo di essere riuscito nel mio intento. Questa volta mi sono chiesto: dopo Lo squalo, è possibile girare un film capace di traumatizzare un’altra generazione?”.

“Ragazze nude, pesci impazziti, grandi attori, una trama avvincente e il 3D”, ha commentato la produttrice esecutiva Alix Taylor: “È ancora più divertente e spettacolare de Lo squalo!”.
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