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Weegee di Weegee

I classici

Weegee di Weegee autobiografia fotografia america

di Weegee
Editore: Contrasto DUE

Una volta, riferendosi ai primi anni della sua carriera, quando film come “Il bacio dell’assassino” oppure “Rapina a mano armata” rispecchiavano suggestivamente il clima delle metropoli americane, il grande regista Stanley Kubrick affermò una delle fonti della sua ispirazione era il fotografo Weegee. Molto tempo dopo il musicista John Zorn pubblicò un disco intitolato “Naked City” – un disco molto importante del jazz contemporaneo – piazzando in copertina una celebre e truculenta foto proprio di Weegee, raffigurante il cadavere di un uomo appena ucciso su di un marciapiede. Sono solo un paio di testimonianze d’autore che ci aiutano a comprendere il valore di questo artista; che si chiamava in realtà Arthur Fellig e che da bambino, attorno il 1910, aveva lasciato la natia Austria insieme la famiglia per approdare negli Stati Uniti. Come nelle migiliori tradizioni americane, il piccolo Fellig sbarcò il lunario facendo di tutto, dallo strillone all’angolo delle strade fino al venditore di caramelle; non rinunciando agli studi e soprattutto osservando le condizioni di vita degli immigrati e più in generale di tutti coloro che quel seducente Sogno Americano, apparentemente alla portata di tuttti, non erano riusciti ad afferarlo. Così quando decise di dedicarsi alla fotografia, egli divenne il cronista per immagini della New York nera, quella dei maliventi, dando però spazio anche ai diseredati che affollavano le strade della città. Ma non diede loro solo un’occasione visiva; conferì piuttosto dignità ad una popolazione che viveva ai margini della società, trovando inaspettate forme di grazie nella loro violenza e nella loro tragicità.


A cura di Vittorio Castelnuovo
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