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Il secondo sesso

Il classico

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di Simone de Beauvoir
Editore: Il Saggiatore


La scrittrice Simone de Beauvoir, nata a Parigi nel 1908 e scomparsa nel 1986, è una delle maggiori intellettuali del XX secolo. All’interno di un’indimenticabile stagione che vide gli intellettuali francesi (da Sartre a Camus, da Genet a Merleau-Ponty fino ad Aragon) indiscussi protagonisti della vita culturale e politica, la Beauvoir è stata autrice di numerosi romanzi, tra cui i celebri “Memorie di una ragazza per bene” e “I mandarini”, e protagonista di molte battaglie politiche. Ha diviso inoltre l’opinione pubblica per la sua opera complessa ed ambivalente, sovente oggetto di critiche devastanti; ed è passata alla storia pure per il legame sentimentale con il filosofo Jean-Paul Sartre. Di recente in Francia il quotidiano Le Monde le ha dedicato un numero speciale; celebrandone l’opera e la vita a venticinque anni dalla scomparsa, e ribadendo l’interesse e le polemiche intorno la sua figura, che rimane una delle più importanti della cultura francese.

Nel corso della sua vicenda la Beauvoir ha dedicato molto spazio al tema dell’emancipazione femminile. Proprio questo tema fornì l’idea di partenza de “Il secondo sesso”, col titolo suggerito dall’amico Jacques Bost. Frutto di lunghe ricerche effettuate alla Biblioteca Nazionale di Parigi tra il 1948 e il 1949, e con i nomi di Virginia Woolf e Katherine Mansfield a fare da numi tutelari del progetto, il libro venne pubblicato alla fine di quel decennio ed è considerato ancora adesso un testo di riferimento, poiché traccia il perimetro di un sapere senza apporto maschile. Con il consueto spirito polemico l’autrice passò in rassegna i ruoli frequentemente attribuiti alla donna – la lesbica, la sposa, la madre, la puttana – aggiungendo, con una determinazione ignota fino ad allora, valutazioni sul controllo delle nascite e sull’aborto; per approdare, nella parte propositiva del testo, a una liberazione della donna indipendente. Attingendo dalla letteratura, dalla psicoanalisi e dalla filosofia essa provocò il pubblicò conservatore; cercando sia un riconoscimento personale che la solidarietà collettiva, ma soprattutto comunicando a tutte le donne di fondere altrove la propria autorevolezza. 


A cura di Vittorio Castelnuovo

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