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Lettere a Marie Canavaggia

Il classico

Lettere a Marie Canavaggia Louis-Ferdinand Céline Archinto

di Louis-Ferdinand Céline
Editore: Archinto

Per comprendere davvero il carattere dei personaggi storici non basta prendere atto di quello che hanno realizzato nella vita, che pure rimane un fondamentale elemento di comprensione: bisogna soprattutto leggerne le lettere. Capita anche a noi comuni mortali? La questione è delicata ma non riguarda i contenuti della recensione. Per esempio è di queste settimane l’inaugurazione a Londra, alla IG Gallery, di una Mostra dedicata a Syd Barrett, il fondatore del celebre complesso dei Pink Floyd. Al suo interno sono esposte per la prima volta le lettere del musicista, ed esse rivelano il profilo di un giovane romantico e burlone; all’opposto del ritratto tramandato dalla stampa, che ne ha fatto l’ennesimo eroe maledetto. Al contrario ne confermano il forte temperamento le struggenti lettere d’amore inviate da Edith Piaf, la cantante de “La vie en rose” e di “Non, je ne regrette rien”, al ciclista Louis Gerardin, datate 1951-1952 e che escono ora in Francia nel volume “My blue love”; dove lei promette di mettere la testa a posto e di non bere più un goccio, e lui viceversa decide di non lasciare la moglie nonostante le ripetute richieste dell’artista.

La corrispondenza d’autore è il motivo conduttore dell’attività svolta dalla Archinto, una piccola e raffinata casa editrice milanese. Dello scrittore francese Louis-Ferdinand Céline erano già stati pubblicati “Lettere dall’esilio”, da tempo fuori catalogo; e “Lettere a Elizabeth”, questo invece disponibile e dedicato al rapporto dello scrittore con Elisabeth Craig, un’aspirante ballerina americana frequentata durante gli anni Venti. Ora è la volta di “Lettere a Marie Canavaggia”; che è stata invece la segretaria di una vita, godendo della fiducia incondizionata dell’autore de “Viaggio al termine della notte”. La prosa epistolare di Céline è di grande interesse; sia sul piano formale – dove il vissuto viene trasposto in finzione, fin quasi a fondersi con le sue grandi costruzioni romanzesche – sia sul piano del contenuto, perché le invettive contro gli editori, i giudici e più in generale il mondo intero, sono accostate alle confessioni più personali.

Nel tempo, causa le sue posizioni politiche e gli scritti antisemiti, Céline è stato oggetto di forti ostilità, dividendo l’opinione pubblica fino ai nostri giorni. E’ di poco tempo fa la decisione del Ministro della Cultura francese Frédéric Mitterand di ritirare il nome di Céline dall’elenco delle personalità da onorare nel 2011 (lo scrittore è morto nel 1961) accogliendo così la richiesta fatta dal cacciatore di nazisti Serge Klarsfeld, a nome della sua Associazione dei figli dei deportati ebrei di Francia. L’episodio ha provocato un infuocato dibattito, le cui ripercussioni sono arrivate fino in Italia; dove lo scrittore Guido Ceronetti, in un fondo apparso sul Corriere della Sera lo scorso 26 gennaio, ha duramente deplorato l’iniziativa del governo francese, ricordando invece l’assoluto valore letterario di Céline. Che rimane infatti, al di là di questa legittima e delicatissima questione, uno degli autori più significativi del Novecento.


A cura di Vittorio Castelnuovo



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