Fuori orario

Dal 22 al 28 gennaio 2017

In onda dal 22 al 28 gennaio 2017

Domenica  22  gennaio  2017     RAI3         dalle 1.35  alle 6.30   (295’)

Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto

 

presenta

 

 

NEVER ENDING BLOB

 

Una riflessione di BLOB per suggellare l'anno appena trascorso e inaugurare quello a venire. Un inarrestabile falso piano sequenza in cui vengono sfiorati gli eventi e tratteggiati i profili dei personaggi che hanno tracciato il 2016. Dall'approvazione del Parlamento della riforma costituzionale alla legge sulle unioni civili, dalla Brexit alla inattesa elezione di Donald Trump al Nobel altrettanto inopinato a Bob Dylan, dalla fauna esotica e smarrita dei politici nostrani al Referendum costituzionale con la caduta del governo Renzi. E altro e oltre ancora... I principali momenti dell' anno verranno vagliati e illuminati nella prospettiva paradossale, surreale, perturbante, ma ineffabilmente concreta, a-tipicamente blobbistica...

 

 

 

 


 

Venerdi  27 gennaio  2017             RAI3         dalle  01.50 alle 06.00   (250’)  

 

Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto

 

presenta

 

MEMORIA E MEMORIE (1)

 

a cura di Paolo  Luciani

 

In occasione della Giornata della Memoria, Fuori Orario presenta una selezione di materiali Rai dove l’immane tragedia della Shoah è raccontata direttamente da chi ne fu travolto: i sopravvissuti dei campi, i parenti e gli amici  degli scomparsi, i testimoni oculari. Il racconto evoca immagini, unica possibilità di affrontare l’indicibile.

 

 

 

Sabato     28        gennaio       2016             RAI3  dalle   02.00   alle   6.00         (240’)

Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto

 

 

presenta

 

MEMORIA E MEMORIE (2)

 

a cura di Lorenzo Esposito e Roberto Turigliatto

 

I PONTI DI SARAJEVO                          110’                    primavisioneTV

(Le ponts de Sarajevo, Francia/Italia/Svizzera/Bosnia-Herzegovina/Bulgaria/Germania/Portogallo, 2014, b/n e col)

Regia: Ursula Meier, Aida Begic, Leonardo Di Costanzo, Jean-Luc Godard, Kamen Kalev, Isild le Besco, Sergei Loznitsa, Vincenzo Marra, Vladimir Perisic, Cristi Puiu, Marc Recha, Angela Schanelec, Teresa Villaverde

 

Il 28 giugno 1914 l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono dell'impero austro-ungarico, fu assassinato a Sarajevo. Il suo omicidio è considerato la causa scatenante della Prima Guerra Mondiale che precipitò l'Europa nel caos e nel sangue. Cento anni dopo il colpo di pistola sparato dall'anarchico Gavrilo Princip, che cosa rappresenta Sarajevo dentro la storia contemporanea e dentro la memoria collettiva europea? Alla domanda prova a rispondere il progetto artistico di Jean-Michel Frodon, giornalista, critico e storico del cinema, che recluta tredici registi e intende altrettante riflessioni su Sarajevo, cuore e cornice di tragici eventi storici.
Les ponts de Sarajevo è una risposta caleidoscopica che ragiona su questa città circondata dalle montagne e attraversata dalla Miljacka, su cui si alzano i ponti del titolo e il Ponte Latino, dove l'arciduca fu ucciso. Uno sguardo polifonico su Sarajevo, dalla prima guerra mondiale ai nostri giorni, passando per il suo assedio, episodio centrale della guerra civile in Jugoslavia, che durò quattro anni (1992-96). Tredici film infine raccolti a farne uno solo e separati dall'animazione di François Schuiten, che disegna mani che si cercano al di sopra di un fiume, allacciandosi e formando un ponte che brucia e risorge di nuovo.

Se Sarajevo è l'orizzonte comune alle opere, ciascun segmento esprime la singolarità del proprio autore e della cultura di provenienza. Il film è stato presentato fuori concorso a Cannes 2014.

 

Questo l’elenco degli episodi:

 

My Dear Night di Kamen Kalev: Una ricostruzione metaforica dell'assassinio di Francesco Ferdinando

Our Shadows Will diVladimir Perišić: Dei giovani leggono alcune trascrizioni originali del processo a Gavrilo Princip

L’avamposto di Leonardo Di Costanzo: Un gruppo di soldati italiani assediati dal fuoco austriaco è mandato allo scoperto e a morte sicura in nome della logica militare

Princip, text di Angela Schanelec: Una giovane coppia legge alcuni estratti da un’intervista dell’epoca a Gavrilo Princip

Das Spektrum Europas di Christi Puiu: Prigioniero delle proprie illusioni, Mr. Popescu fa a sua moglie una lezione notturna di storia cercando, attraverso le pagine del libro di Hermann von Keyserling ("Das Spektrum Europas"), di assemblare i pezzi discordanti di un puzzle ancora oggi incompleto.

Le pont des soupirs di Jean-Luc Godard: Sorta di collage-poème con cui Godard svolge la sua preghiera resistente contro la barbarie e la regola, proseguendo l'esplorazione fotografica di Je vous salue, Sarajevo, composto nel 1993 intorno alla fotografia di Ron Haviv e alla realtà che non smette di accadere.

Réflexions di Sergei Loznitsa: Immagini delle strade di Sarajevo oggi cui si sovrappongono fotografie ridonate al movimento di cecchini che riemergono come fantasmi dal sottosuolo. Le istantanee sono opera del fotografo bosniaco Milomir Kovacevic e sono state prese nel 1992 durante l’assedio della città

Le voyage de Zan di Marc Recha: La storia di Zan, un ragazzo di 21 anni rifugiato in Catalogna che nel 1991 durante l’assedio a Sarajevo aveva solo otto mesi.

Album di Aïda Begić: Evocazione di un secolo di Sarajevo attraverso le immagini della città così come appare oggi.

Sara et sa mére di Teresa Villaverde: Sara ha sei anni e vive con sua madre a Sarajevo ai giorni nostri. La loro vita quotidiana è fatta di piccole cose e grandi ricordi, alcuni comuni altri no.

Il ponte di Vincenzo Marra: La storia di Majo e Fatima marito e moglie rifugiati a Romache, per la morte del padre di Majo, sono costretti a ricordare i terribili giorni della guerra.

Little Boy di Isild Le Besco: La giornata di un bambino di cinque anni per le strade fredde e nebbiose di Sarajevo.

Silence Mujo di Ursula Meier: Sarajevo. Mujo sta giocando a calcio con i suoi amici. Va sul dischetto per tirare un calcio di rigore, ma il suo tiro è alto e il pallone finisce in un cimitero adiacente al campo. Mujo corre a recuperare il pallone e si perde fra le tombe.

 

REDEMPTION

Regia: Miguel Gomes

(Portogallo/Francia/Germania/Italia, 2013, 26’, col., v. o. con sott. italiani)

Con la collaborazione di: Jaime Pereira, Donatello Brida, Jean-Pierre Rehm, Maren Ade

 

Il regista portoghese Miguel Gomes, dopo il melodramma politico-coloniale Tabu (2012), affronta ora i conflitti mai sopiti all’origine dell’Europa unita come un affresco di di anime perdute. Quattro storie di redenzione. Il 21 gennaio del 1975, in un villaggio del Portogallo del nord, un bambino scrive ai genitori in Angola per dire loro come è triste il Portogallo. Il 13 luglio del 2011, a Milano, un vecchio ricorda il suo primo amore. Il 6 maggio del 2012, a Parigi, un uomo dice alla figlioletta che non sarà mai un vero padre. Infine il 3 settembre del 1977, durante una cerimonia nuziale a Lipsia, la sposa lotta contro un’opera di Wagner che non riesce a togliersi dalla testa. Il film è un discorso unico e interpolato che monta finemente gli archivi più disparati. Così lo spiega il regista: “Ho voluto che fosse intimista, quasi confessionale, composto esclusivamente di immagini d’archivio, molte delle quali in super8 e dunque con una dimensione privata, anonima, unipersonale… E, al contempo, ho voluto che fosse il contrario di quel che ho appena detto.

 

 

 

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