[an error occurred while processing this directive]

News

Rassegna stampa del 14/02/2015

Gli articoli che parlano delle inchieste di "Off the Report"

14-02-2015 14:40

Guarda l'inchiesta "Il muos" di Giuliano Marrucci
(Off The Report del 26/05/2013)


(da La Stampa, 14 febbraio 2015)

Palermo, il Tar dice no al Muos
Si ferma il radar strategico per la difesa del Mediterraneo. I giudici: rischi per la salute

Riccardo Arena
 

Il famoso giudice di Berlino, per gli abitanti di Niscemi, che da anni si oppongono all’installazione delle superantenne satellitari americane, è a Palermo: il Muos - così ha deciso il Tar del capoluogo siciliano - non si farà. Davide contro Golia e i giudici hanno dato ragione al piccolo Comune (poco meno di 30 mila abitanti) in provincia di Caltanissetta. Il provvedimento impugnato era della Regione Sicilia e non certo della potentissima amministrazione statunitense: ma ora gli Usa, ormai privi dei permessi, non potranno andare avanti nei lavori, ritenuti essenziali, a Washington, per la difesa dei Paesi occidentali, in un punto strategico per fronteggiare la minaccia dello Stato islamico e i venti di guerra che soffiano dalla non lontanissima Ucraina.

Danni alla salute

Il Muos, sofisticatissimo apparato difensivo di comunicazioni satellitari, rimarrà bloccato perché - così scrivono i giudici del collegio presieduto da Caterina Criscenti, consigliere estensore Maria Cappellano - non ci sono sufficienti elementi per dire che le onde elettromagnetiche emanate dalla megastruttura non siano dannosi per la salute. E questo anche se ci sono studi dell’Istituto superiore di sanità, dell’Enav e dell’Ispra, che affermano il contrario. Valutazioni che - scrivono i giudici - non sono affatto «esaustive» e «come tali sono suscettibili di ulteriori approfondimenti».

La diplomazia

Relazioni internazionali delicatissime e il ruolo del nostro Paese nell’ambito dell’alleanza rischiano di essere così messi in discussione da una pronuncia che appare insuperabile dall’autorità di governo. A meno che un’altra sentenza della giustizia amministrativa non ripristini la validità della decisione con cui la Regione aveva dato il via libera ai lavori. E in Sicilia l’organo di appello del Tar è ancora a Palermo, ed è il Consiglio di giustizia amministrativa, non il Consiglio di Stato come nel resto d’Italia. La situazione si fa dunque seriamente complicata. Perché Niscemi è uno dei quattro apparati realizzati o da realizzare in altrettanti punti strategici del mondo: ce n’è uno in Australia occidentale, a Kojarena, un altro è nel Sud Est della Virginia e il terzo è nelle Hawaii. Il quarto dovrebbe essere ultimato, appunto, in provincia di Caltanissetta, proiettato verso il Mediterraneo e l’Est europeo.

Gli studi all’estero

Negli altri Paesi in cui i Muos sono stati costruiti la Marina Usa ha dimostrato, con complicatissimi studi, che gli abitanti delle zone circostanti non rischiano di ammalarsi di tumore. I «No Muos» di Niscemi non si sono convinti e col battagliero sindaco Francesco La Rosa hanno fatto ricorso al Tar. I giudici si basano ora sul lavoro svolto dal loro «verificatore», il professor D’Amore, e affermano che le conclusioni dell’Istituto superiore di sanità non sono condivise da tutti i professionisti e soprattutto dagli stessi esperti che rappresentavano la Regione, Mario Palermo e Massimo Zucchetti. Non si capisce così, afferma il Tar, come abbia fatto il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ad autorizzare i lavori, dopo avere in un primo momento revocato le autorizzazioni. Ieri, però, Crocetta è riuscito incredibilmente a cantare vittoria: «Per noi non è una sconfitta». I Verdi chiedono le sue dimissioni.

Il famoso giudice di Berlino, per gli abitanti di Niscemi, che da anni si oppongono all’installazione delle superantenne satellitari americane, è a Palermo: il Muos - così ha deciso il Tar del capoluogo siciliano - non si farà. Davide contro Golia e i giudici hanno dato ragione al piccolo Comune (poco meno di 30 mila abitanti) in provincia di Caltanissetta. Il provvedimento impugnato era della Regione Sicilia e non certo della potentissima amministrazione statunitense: ma ora gli Usa, ormai privi dei permessi, non potranno andare avanti nei lavori, ritenuti essenziali, a Washington, per la difesa dei Paesi occidentali, in un punto strategico per fronteggiare la minaccia dello Stato islamico e i venti di guerra che soffiano dalla non lontanissima Ucraina.

Danni alla salute

Il Muos, sofisticatissimo apparato difensivo di comunicazioni satellitari, rimarrà bloccato perché - così scrivono i giudici del collegio presieduto da Caterina Criscenti, consigliere estensore Maria Cappellano - non ci sono sufficienti elementi per dire che le onde elettromagnetiche emanate dalla megastruttura non siano dannosi per la salute. E questo anche se ci sono studi dell’Istituto superiore di sanità, dell’Enav e dell’Ispra, che affermano il contrario. Valutazioni che - scrivono i giudici - non sono affatto «esaustive» e «come tali sono suscettibili di ulteriori approfondimenti».

La diplomazia

Relazioni internazionali delicatissime e il ruolo del nostro Paese nell’ambito dell’alleanza rischiano di essere così messi in discussione da una pronuncia che appare insuperabile dall’autorità di governo. A meno che un’altra sentenza della giustizia amministrativa non ripristini la validità della decisione con cui la Regione aveva dato il via libera ai lavori. E in Sicilia l’organo di appello del Tar è ancora a Palermo, ed è il Consiglio di giustizia amministrativa, non il Consiglio di Stato come nel resto d’Italia. La situazione si fa dunque seriamente complicata. Perché Niscemi è uno dei quattro apparati realizzati o da realizzare in altrettanti punti strategici del mondo: ce n’è uno in Australia occidentale, a Kojarena, un altro è nel Sud Est della Virginia e il terzo è nelle Hawaii. Il quarto dovrebbe essere ultimato, appunto, in provincia di Caltanissetta, proiettato verso il Mediterraneo e l’Est europeo.

Gli studi all’estero

Negli altri Paesi in cui i Muos sono stati costruiti la Marina Usa ha dimostrato, con complicatissimi studi, che gli abitanti delle zone circostanti non rischiano di ammalarsi di tumore. I «No Muos» di Niscemi non si sono convinti e col battagliero sindaco Francesco La Rosa hanno fatto ricorso al Tar. I giudici si basano ora sul lavoro svolto dal loro «verificatore», il professor D’Amore, e affermano che le conclusioni dell’Istituto superiore di sanità non sono condivise da tutti i professionisti e soprattutto dagli stessi esperti che rappresentavano la Regione, Mario Palermo e Massimo Zucchetti. Non si capisce così, afferma il Tar, come abbia fatto il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ad autorizzare i lavori, dopo avere in un primo momento revocato le autorizzazioni. Ieri, però, Crocetta è riuscito incredibilmente a cantare vittoria: «Per noi non è una sconfitta». I Verdi chiedono le sue dimissioni.

Il famoso giudice di Berlino, per gli abitanti di Niscemi, che da anni si oppongono all’installazione delle superantenne satellitari americane, è a Palermo: il Muos - così ha deciso il Tar del capoluogo siciliano - non si farà. Davide contro Golia e i giudici hanno dato ragione al piccolo Comune (poco meno di 30 mila abitanti) in provincia di Caltanissetta. Il provvedimento impugnato era della Regione Sicilia e non certo della potentissima amministrazione statunitense: ma ora gli Usa, ormai privi dei permessi, non potranno andare avanti nei lavori, ritenuti essenziali, a Washington, per la difesa dei Paesi occidentali, in un punto strategico per fronteggiare la minaccia dello Stato islamico e i venti di guerra che soffiano dalla non lontanissima Ucraina.

Danni alla salute

Il Muos, sofisticatissimo apparato difensivo di comunicazioni satellitari, rimarrà bloccato perché - così scrivono i giudici del collegio presieduto da Caterina Criscenti, consigliere estensore Maria Cappellano - non ci sono sufficienti elementi per dire che le onde elettromagnetiche emanate dalla megastruttura non siano dannosi per la salute. E questo anche se ci sono studi dell’Istituto superiore di sanità, dell’Enav e dell’Ispra, che affermano il contrario. Valutazioni che - scrivono i giudici - non sono affatto «esaustive» e «come tali sono suscettibili di ulteriori approfondimenti».

La diplomazia

Relazioni internazionali delicatissime e il ruolo del nostro Paese nell’ambito dell’alleanza rischiano di essere così messi in discussione da una pronuncia che appare insuperabile dall’autorità di governo. A meno che un’altra sentenza della giustizia amministrativa non ripristini la validità della decisione con cui la Regione aveva dato il via libera ai lavori. E in Sicilia l’organo di appello del Tar è ancora a Palermo, ed è il Consiglio di giustizia amministrativa, non il Consiglio di Stato come nel resto d’Italia. La situazione si fa dunque seriamente complicata. Perché Niscemi è uno dei quattro apparati realizzati o da realizzare in altrettanti punti strategici del mondo: ce n’è uno in Australia occidentale, a Kojarena, un altro è nel Sud Est della Virginia e il terzo è nelle Hawaii. Il quarto dovrebbe essere ultimato, appunto, in provincia di Caltanissetta, proiettato verso il Mediterraneo e l’Est europeo.

Gli studi all’estero

Negli altri Paesi in cui i Muos sono stati costruiti la Marina Usa ha dimostrato, con complicatissimi studi, che gli abitanti delle zone circostanti non rischiano di ammalarsi di tumore. I «No Muos» di Niscemi non si sono convinti e col battagliero sindaco Francesco La Rosa hanno fatto ricorso al Tar. I giudici si basano ora sul lavoro svolto dal loro «verificatore», il professor D’Amore, e affermano che le conclusioni dell’Istituto superiore di sanità non sono condivise da tutti i professionisti e soprattutto dagli stessi esperti che rappresentavano la Regione, Mario Palermo e Massimo Zucchetti. Non si capisce così, afferma il Tar, come abbia fatto il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ad autorizzare i lavori, dopo avere in un primo momento revocato le autorizzazioni. Ieri, però, Crocetta è riuscito incredibilmente a cantare vittoria: «Per noi non è una sconfitta». I Verdi chiedono le sue dimissioni.

[an error occurred while processing this directive]